venerdì 19 gennaio 2018

La Curcuma e le sue proprietà.

LA CURCUMA: SPEZIA MAGICA DA CONOSCERE E UTILIZZARE AL PIU' PRESTO!
Le proprietà antinfiammatorie e antitumorali della CURCUMINA principio attivo titolato al 95 % della CURCUMA
Contenuta nell'integratore Orac Spice della linea Life 120, la curcuma, spezia molto utilizzata nella preparazione del curry, è impiegata nella medicina tradizionale cinese e indiana per una moltitudine di problemi fin dal VII secolo a.C.
La curcumina inibisce la Lipoossigenasi a livello della mucosa del colon e la cicloossigenasi-2 e pertanto esercita un effetto antinfiammatorio antiproliferativo, antiangiogenetico, pro-apoptotico e di inibizione della migrazione cellulare neoplastica in vitro e in modelli animali . La curcumina, inoltre, inibisce gli enzimi epatici di fase I e attiva quelli di fase II, bloccando perciò l’attivazione dei cancerogeni.
CI sono circa 688 studi, oltre 400 dei quali pubblicati negli ultimi quattro anni, confermano le notevoli proprietà anti bcancerogene, antinfiammatorie e antiossidanti della Curcumina. Negli ultimi anni, l'interesse per il potenziale della Curcumina come agente neuroprotettivo è in aumento.
Diversi ricercatori sono sempre più convinti che la parte più primitiva del sistema immunitario quella che si manifesta come un'infiammazione indotta da cibi elaborati e zuccheri complessi, farine geneticamente modificate, allergeni, metalli pesanti, smog ,plastica, stress surrenalico , e depressione possono svolgere un ruolo cruciale in alcune malattie dell'uomo moderno, tra cui Sindrome Metabolica, le malattie cardiache, il cancro, il diabete e, , il morbo di Alzheimer. Caratterizzate tutte da resistenza insulinica e infiammazione.
In modelli di laboratorio, la curcumina uccide le cellule tumorali, rallenta la crescita di quelle sopravvissute e riduce le dimensioni e lo sviluppo dei tumori animali. Osservazioni epidemiologiche mettono in evidenza che le popolazioni che consumano più spezie tendono ad avere una minore incidenza di neoplasie. Mohandas e Desai attribuiscono la riduzione della frequenza del tumore all’intestino in India al consumo di curcuma. L’impiego topico in 62 pazienti con tumore cutaneo ha dato un certo grado di sollievo della sintomatologia, e nel 10 per cento dei casi una riduzione delle dimensioni della neoplasia. 
La curcuma, inoltre, è stata testata sulla prevenzione della recidiva dei polipi del colon, con grande efficacia dopo 6 mesi di integrazione, insieme allo Zenzero e la quercetina un flavonoide presente nella buccia delle mele e altre piante medicinali che ha capacita' antinfiammatorie di inibire la fosfolipasi A2 responsabile del rilascio di prostaglandine non fisiologiche le stesse che utilizzano i farmaci corticosteroidi come il cortisolo.
La Dott.ssa Wang e il Dr. Eri Srivatsan, professore associato di chirurgia, hanno studiato la curcumina e le sue proprietà anti-cancro per sette anni.
In uno studio da loro condotto, 21 pazienti con tumori della testa e del collo hanno dato i campioni della loro saliva, prima e dopo aver masticato due compresse di curcumina per un totale di 1000 milligrammi.
Un'ora più tardi è stato prelevato loro un altro campione di saliva.
Tredici soggetti con carie e cinque soggetti sani sono stati utilizzati come controllo.
I campioni di saliva sono poi stati inviati ad un laboratorio indipendente del Maryland.
Ciò che il laboratorio scoprì fu che gli enzimi nelle bocche dei pazienti responsabili di promuovere la diffusione e la crescita del cancro, erano stati inibiti dalla supplementazione di curcumina.
Tuttavia, mancano studi randomizzati a doppio cieco, e sembra che per ottenere livelli plasmatici efficaci di curcumina non basti quella che proviene dall'alimentazione visto la poca biodisponibilita' e con il calore dei cibi viene dispersa.
Occorre usare dosaggi molto elevati. Una riduzione della dose può essere ottenuta somministrando contemporaneamente pepe nero, ne amplifica l'assorbimento di 2000 volte , oppure in forma micellare , con fosfolipidi , quindi in forma liposomiale raggiungiamo l'effetto terapeutico massimo che permette alla curcuma di considerarsi un vero farmaco .
La CURCUMA viene considerato un NUTRACEUTICO cioe' un nutriente a scopo farmaceutico, utile per curare e prevenire svariate patologie, ed è per questo motivo che viene utilizzata anche negli Integratori Life 120.
Come funziona la Curcumina contro il cancro?
Studi indipendenti che riguardano le proprietà anti cancro della Curcuma, suggeriscono che la Curcumina è potenzialmente utile per il trattamento di cinque tipi di cancro: del colon, del seno, della prostata, del polmone e della pelle. Sono stati descritti numerosi meccanismi d'azione per l'attività antitumorale della Curcumina. Inibizione della proliferazione delle cellule tumorali, induzione di apoptosi (una modalità di morte cellulare), inibizione della trasformazione delle cellule da normali a tumorali, inibizione dell'invasività e delle metastasi e la soppressione dell'infiammazione sono stati collegati con l'attività antitumorale della Curcumina.
 L'inibizione di COX-2 e 5-LOX, le molecole di adesione, le citochine infiammatorie, i recettori del fattore di crescita, il fattore di crescita endoteliale vascolare (VEGF), ed i fattori di trascrizione della Curcumina sono strettamente legati alla sua attività antitumorale.
Come funziona la Curcumina contro l'artrite?
L'artrite è anche una malattia di natura infiammatoria. Tutti gli attuali farmaci approvati per l'artrite sono anti-infiammatori. La terapia a base di Anti-TNF (fattore di necrosi tumorale) è stata recentemente approvata per questa malattia. E' stato dimostrato che la Curcumina è in grado sia di fermare la produzione di TNF che di bloccare l'azione del TNF. La Curcumina, applicata topicamente, ha dimostrato di avere attività contro l'artrite.
Come funziona la Curcumina contro il morbo di Crohn?
Il morbo di Crohn è una malattia di natura infiammatoria. Tutti gli attuali farmaci approvati per questa malattia hanno attività anti-infiammatoria. La terapia anti-TNF è stato approvata per questa malattia. E' stato dimostrato che la Curcumina blocca sia la produzione che l'azione del TNF. La Curcumina assunta per via orale ha dimostrato di avere attività contro il morbo di Crohn.
Come funziona la Curcumina per accelerare la guarigione delle ferite?
Ci sono numerosi dati sperimentali che suggeriscono che la Curcumina può accelerare la guarigione delle ferite. Ciò ha portato, per esempio, la Johnson & Johnson a commercializzare (in India) dei cerotti Band Aid contenenti Curcumina.
Come funziona la Curcumina contro la psoriasi?
La psoriasi è un altra malattia di natura infiammatoria. Rilevanti elementi di prova, sia negli animali che nell'uomo, indicano che la Curcumina è molto efficace contro la psoriasi quando viene applicato topicamente sulla cute e sottoforma di integratore per combattere l'infiammazione.
Come funziona la Curcumina contro il morbo di Alzheimer?
Diverse ricerche hanno scoperto che la Curcumina può aiutare il sistema immunitario a "ripulire" il cervello dal beta amiloide, il principale costituente delle placche trovate nella malattia di Alzheimer. Poiché il morbo di Alzheimer è causato in parte dall'infiammazione indotta dall'amiloide, la Curcumina ha dimostrato di essere efficace contro il morbo di Alzheimer.
L'integratore Orac Spice della linea Life 120 rappresenta un valido aiuto per integrare la Curcuma nella nostra dieta quotidiana.
La curcumina pur essendo ben tollerata va evitata in caso di blocco dei dotti biliari/ calcolosi biliare o disturbi di coagulazione del sangue e in caso di ulcera gastrica.
Inoltre le donne in gravidanza e durante l'allattamento al seno non dovrebbero assumere curcuminoidi.

Potete trovare l'Integratore Orac Spice sul sito della nostra Parafarmacia Online: 
http://www.parafarmaciaovf.it/2599-orac-spice.html

BENESSERE TOTALE,

Dr. Fabrizio Marrone

sabato 13 giugno 2015

Cancro in Situ

Cancro in Situ: può auto guarirsi

Il potere del SISTEMA IMMUNITARIO : Aloe arborescens Padre Zago, Ascorbato di potassio, Papaia Fermentata, Succo di Noni e Colostro bovino, Reishi, Shitake, Erba di grano, Miele di Manuka, Camu-Camu, Shisandra, Cordiceps, Aswaganda. Melatonina, Rosa canina, Resveratrolo, Pino marittimo francese, Graviola, Artemisia , Olio di lino e Canapa, Omega 3 algale, uova di zebrafish, Curcuma, Cardo mariano, Clorella, Riso rosso fermentato, Serenoa Repens.
Nutrienti fondamentali da inserire a cicli nella nostra alimentazione per ripristinare i meccanismi di guarigione del proprio corpo per vivere meglio.
1) Potenziare il sistema immunitario ,
2) Equilibrio ormonale
3) Regolare i ritmi circadiani fisiologici alterati dovuti ad un'alimentazione raffinata, a stress cronico e al poco movimento.
Ricerca svizzera conferma: il cancro è naturale e può autoguarirsi. Diagnosi precoci e chemioterapia sono il vero problema
Risultati di autopsie eseguite in Svizzera su cadaveri di persone morte non per malattia – per esempio, in un incidente stradale – e il loro esito ha comprovato che molte di loro avevano uno o più tumori, ma non sapevano di averli. In questa specifica indagine è risultato qualcosa di sconvolgente:
Il 38% delle donne (tra i 40 e 50 anni) presentavano un tumore (in situ) al seno;
Il 48% degli uomini sopra i 50 anni presentavano un tumore (in situ) alla prostata;
Il 100% delle donne e uomini sopra i 50 anni presentavano un tumore (in situ) alla tiroide.
Con tumore in situ s’intende un tumore chiuso, chiuso nella sua capsula, non invasivo che può rimanere in questo stadio per molto tempo e anche regredire.
Che di tumore si può anche NON morire, lo conferma anche lo psicologo clinico e sociale Luigi De Marchi, autore di numerosi saggi conosciuti a livello internazionale: «Non è una rarità che, nelle autopsie sui cadaveri di vecchi contadini delle nostre valli più sperdute, ho trovato tumori regrediti e neutralizzati naturalmente dall’organismo: era tutta gente che era guarita da sola del suo tumore ed era poi morta per altre cause, del tutto indipendenti dalla patologia tumorale».
Esponendo i suoi dubbi sull’utilità delle diagnosi e delle terapie anti­tumorali, De Marchi afferma: «Se la tanto conclamata diffusione delle patologie cancerose negli ultimi decenni in tutto l’Occidente avanzato fosse solo un’illusione ottica, prodotta dalla diffusione delle diagnosi precoci di tumori che un tempo passavano inosservati e regredivano naturalmente? E se il tanto conclamato incremento della mortalità da cancro fosse solo il risultato sia dell’angoscia di morte prodotta dalle diagnosi precoci e dal clima terrorizzante degli ospedali, sia della debilitazione e intossicazione del paziente prodotte dalle terapie invasive, traumatizzanti e tossiche della Medicina ufficiale? Insomma, se fosse il risultato del blocco che l’angoscia della diagnosi e i danni delle terapie impongono ai processi naturali di regressione e guarigione dei tumori?».
Di certo, sappiamo che nel corso della vita è “normale“ sviluppare tumori, la stessa Medicina sa bene che sono migliaia le cellule tumorali prodotte ogni giorno dall’organismo. Queste, poi, vengono distrutte e/o fagocitate dal Sistema Immunitario, se l’organismo funziona correttamente.
Molti tumori possono addirittura regredire, se la nostra energia vitale risanatrice (la Vis Medicratix Naturae) è libera di agire.
Ma cosa succede al meccanismo vitale di autoguarigione, se dopo una diagnosi di cancro la vita viene letteralmente sconvolta dalla notizia del male? Succede che viene data forza alla malattia piuttosto che alla possibilità di guarigione. E siccome la Fisica Quantistica ci insegna che l’osservatore cambia l’osservato e che la nostra realtà dipende dalla “possibilità” che scegliamo all’interno del campo, ecco che il tumore ne esce rafforzato.
Inoltre, a livello biochimico, non bisogna dimenticarsi che la chemioterapia distrugge tutte le cellule che si duplicano velocemente, come quelle cancerose, ma anche come quelle del sistema immunitario. Ecco che quindi la chemio elimina sì le cellule malate, ma anche quelle che dovrebbero farci guarire. Infatti, nei migliori dei casi, la chemio potrà contrastare l’80% del tumore, e il restante 20% sarà debellato sempre e solo dal nostro organismo. Sottoporsi a una seduta di chemio non è quindi sempre così vantaggioso, soprattutto alla luce del fatto che oggi è risaputo che i chemioterapici sono loro stessi concausa nello sviluppo dei tumori.
Qualche esempio?
Una vasta ricerca condotta per 23 anni dal prof. Hardin B. Jones, fisiologo dell’Università della California, oltre a denunciare l’uso di statistiche falsate, provò che i malati di tumore che NON si sottopongono alle tre terapie canoniche (chemio, radio e chirurgia) sopravvivono più a lungo o almeno quanto coloro che ricevono queste terapie.
Il prof. Jones ha dimostrato che le donne malate di cancro alla mammella che hanno rifiutato le terapie convenzionali hanno mostrato una sopravvivenza media di 12 anni e mezzo, quattro volte superiore a quella di 3 anni raggiunta da coloro che si sono invece sottoposte alle cure complete. [Vedi anche Secondo uno studio shock le mammografie sono una crudele bufala medica]
Un’altra ricerca pubblicata su The Lancet del 13/12/1975 (che riguarda 188 pazienti affetti da carcinoma inoperabile ai bronchi), dimostra che la vita media di quelli trattati con chemioterapia è stata di 75 giorni, mentre quelli che non ricevettero alcun trattamento ebbero una sopravvivenza media di 120 giorni.
Con questo, non vogliamo spingervi a rifiutare di sottoporvi agli esami, agli screening e ai trattamenti oncologici ufficiali, ma intendiamo fornire semplicemente delle informazioni che normalmente vengono oscurate, e che invece potrebbero aiutare la scelta terapeutica di una persona.
Va sottolineato, infatti, che gli studi parlano di tumori “in situ”, cioé senza metastasi. Se il tumore è localizzato, il sistema immunitario del nostro corpo ha ancora tutte le risorse per poterlo controllare, farlo regredire o addirittura debellare del tutto. Questo perché le cellule impazzite del cancro sono semplicemente cellule che hanno ricevuto un errore informazionale e che, quindi, hanno smesso di funzionare correttamente. Dando loro le giuste informazioni, esse possono ristabilire la loro corretta funzionalità. La nostra forza vitale opera esattamente in questo modo: corregge gli errori informazionali che il nostro corpo riceve quando è sottoposto quotidianamente a diversi tipi di stress.


Benessere Totale,
Dott Fabrizio Marrone

mercoledì 29 aprile 2015

Boswellia

BOSWELLIA, PIANTA CHE CURA


Funzionalità articolare - Contrasta gli stati di tensione localizzati - Antinfiammatorio - Antiallergico - Azione diretta sull'intestino - Previene tumori.


Gli acidi boswellici, componenti attivi della Boswellia serrata, conosciuta anche come “Frankincense” o pianta dell’incenso, esplicano una forte azione antinfiammatoria. E' una resina originaria delle regioni subtropicali dell'Africa e dell'Arabia Saudita. In fitoterapia viene usato un estratto secco titolato in acidi boswellici al 65%.
Gli estratti di Boswellia sono potenti inibitori della sintesi dei leucotrieni, essendo inibitori specifici della 5-lipossigenasi. In particolare, agendo sulla 5-lipossigenasi con meccanismo diretto, non ossido-riduttivo e non competitivo gli acidi boswelici rappresentano l’unico composto ad oggi noto che agisca come regolatore allosterico dell’enzima.
Esperimenti in vitro hanno infatti evidenziato che inibiscono in maniera dose-dipendente la sintesi dei prodotti dell’enzima 5-lipossigenasi, quali l’acido 5-idrossieicosatetrenoico (5-HETE) e il leucotriene B4 (LTB4), responsabili della broncocostrizione, stimolazione della chemotassi ed incremento della permeabilità vascolare con conseguente formazione di edemi.
E’ stato inoltre osservato che gli acidi boswellici svolgono un’azione inibitoria nei confronti dell’elastasi leucocitaria umana (HLE), enzima in grado di stimolare la produzione di muco a livello dell’apparato respiratorio. Tale enzima sembra giocare un ruolo importante in patologie quali la fibrosi cistica polmonare, bronchite cronica e la cosiddetta “acute respiratory distress sindrome”.
Alcuni esperimenti in vitro hanno dimostrato che gli estratti di Boswellia, inibendo specificatamente ed in maniera dose-dipendente la sintesi di composti proinfiammatori come 5-HETE e LTB4 e di HLE, possono essere impiegati nel trattamento di patologie respiratorie caratterizzate da broncocostrizione, quali asma bronchiale, fibrosi cistica, bronchite cronica ed enfisema polmonare.
E' stato fatto uno studio clinico su 40 pazienti di entrambi i sessi con asma bronchiale, cui venivano somministrati per bocca 900 mg al giorno di estratto secco di Boswellia titolato al 65 % in acidi boswellici e un placebo per un periodo di 6 settimane. Nel gruppo trattato con Boswellia vi è stato un miglioramento clinicamente evidente, confermato anche dal miglioramento di una serie di esami, nel 70% dei soggetti, mentre nel gruppo di controllo i risultati positivi si avevano solo nel 20% dei soggetti.
L’impiego di acidi boswellici in patologie infiammatorie non produce gli effetti collaterali gastrolesivi tipici dei farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), poiché non agiscono sulla sintesi delle prostaglandine catalizzata dall’enzima ciclossigenasi.
Gli Acidi Boswellici, oltre ad esercitare un’azione antinfiammatoria non gastrolesiva grazie all’inibizione dell’enzima 5-lipossigenasi, sono attivi nel trattamento di diverse patologie.
Nella colite ulcerosa i leucotrieni giocano un ruolo importante a livello intestinale mantenendo attivo il processo infiammatorio.
Azione sull'intestino: è stato fatto uno studio clinico su pazienti con retto
colite ulcerosa ai quali veniva somministrata per bocca una dose di 350mg due volte al di' di estratto secco di Boswellia titolato al 65% in acidi boswellici per 6 settimane. La valutazione era fatta su una serie di esami eseguiti sia prima della terapia sia al termine della stessa.
Un gruppo di pazienti con la stessa patologia che riceveva per bocca 1g al giorno di sulfalazina serviva come controllo. Al termine della sperimentazione il miglioramento dei parametri esaminati era in media dell'82% con la Boswellia e del 70 % con la sulfalazina. Inoltre la Boswellia non presenta nessuno effetto collaterale tipico dei farmaci.
Recentemente ulteriori studi hanno confermato l’efficacia di estratti di Boswellia serrata, sulla remissione dei sintomi in tale patologia.
E’ stato dimostrato che diversi metaboliti dell’acido arachidonico, come ad esempio 5-HETE, favoriscono la crescita in vitro di alcune linee cellulari tumorali, quali la leucemia mieloide cronica, il melanoma, altri tipi di leucemie, di meningiomi e di gliomi maligni. Alcuni studi in vivo hanno mostrato la capacità di vari inibitori della 5-lipossigenasi di impedire la crescita tumorale mediante induzione dell’apoptosi cellulare.
Essendo gli acidi boswellici degli inibitori selettivi di questo enzima, queste osservazioni supportano il loro possibile impiego antitumorale.


Benessere Totale,
Dr Fabrizio Marrone

Benessere Totale

LE STRADE CHE PORTANO AL BENESSERE TOTALE


1) Potenziare il sistema immunitario
2) Diminuire la tossicità
3) Normalizzare la funzione infiammatoria...
4) Ottimizzare la funzione metabolica
5) Equilibrare i sistemi di regolazione ormonale
6) Favorire la rigenerazione
7) Vivere in armonia con la forza vitale e spirituale



Ognuno di noi è il miglior medico di se stesso, si tratta solo di imparare a mettere in pratica quel che sappiamo. Capendo come funziona il nostro corpo e imparando ad ascoltare i sintomi possiamo migliorare radicalmente le nostre condizioni di salute e, quando ci ammaliamo, possiamo utilizzare terapie naturali e metodi di autocura per ritrovarla. Prendendo personalmente il controllo sulla nostra salute possiamo appoggiarci agli operatori della medicina ufficiale come consulenti, anziché affidare loro ciecamente il nostro corpo.
Potenziando i meccanismi di mantenimento della salute possiamo aumentare la nostra resistenza e metterci in condizioni di vivere e muoverci meglio in un ambiente sempre piu' stressante.
I due apparati organici piu' importanti sono il sistema immunitario e quello di detossicazione ed è di come mantenere attivo o rendere piu' reattivo il sistema immunitario e di come assicurarsi l'eliminazione piu' rapida ed efficace possibile delle tossine . Quando un sistema si squilibra, per ripristinare le funzioni ci vuole un controllo attento e rigoroso. Il corpo ha una capacita' considerevole di guarire se stesso.
Principio 1 : Fa che il cibo sia la tua medicina
Principio 2: Ricorda e credi nel potere curativo della natura
Principio 3 : Identificare e curare la causa della malattia non i sintomi


Benessere Totale,
Dr Fabrizio Marrone

Parkinson

MANTENERE LA FUNZIONALITA' MENTALE E NEUROLOGICA NELLA MALATTIA DI PARKINSON


MUKUNA PRURIENS- TRIBULUS TERRESTRIS- GINKGO BILOBA

In medicina Ayurvedica la carenza di dopamina è responsabile della perdita di controllo dei movimenti del corpo. La forma naturale sarebbe tollerata meglio di quella sintetica. L’aumento della dopamina cerebrale favorisce il recupero degli impulsi e diminuisce quindi la rigidità muscolare e i tremiti. È stata a lungo utilizzata la Mukuna come afrodisiaco e soprattutto contro i disturbi erettili, e questo può essere spiegato dall’aumento del tasso di ormoni steroidei. La medicina Ayurvedica è il sistema medico tradizionale più antico del mondo ed è il solo fondato su principi scientifici. Il primo impiego dell'erba mukuna in medicina ayurvedica risale a più di 4500 anni. Infatti, mukuna pruriens ha certamente un profilo biochimico affascinante e contiene una multitudine di principi attivi interessanti. Tra gli altri impieghi in medicina ayurvedica: ristabilire la libido ad un livello soddisfacente (combinato al tribulus terrestris) accrescendo il livello di testosterone, nei casi di sterilità maschile e femminile(accresce degli spermatozoi e favorisce l’ovulazione), per migliorare la vivacità di spirito, il coordinamento motorio e lottare contro le apatie. In uno studio sul morbo di Parkinson, a parità di principio attivo, un’estratto di mucuna pruriens si è rivelato da 2 a 3 volte superiore alla L-dopa sintetica, suggerendo che è il profilo biochimico globale dell’erba, e non solo il principio attivo, ad accrescere la sua efficacia sui sintomi della malattia. Altri studi hanno evidenziato che i benefici neurologici si ottengono con una ottima tolleranza ed una quasi assenza di effetti secondari, contrariamente a ciò che capita con la l-dopa di sintesi. La somministrazione concomitante di un estratto di erba tribulus terrestris è tale da accrescere la quantità di L-dopa che raggiunge il cervello (il tribulus contiene un inibitore della monoamminossidasi , un’ enzima che degrada la dopamina).
Molti studi dimostrano che l'estratto di Ginkgo biloba aumenta notevolmente l'afflusso di sangue al cervello, con conseguente regressione dell'insufficienza vascolare cerebrale che spesso si riscontra negli anziani. Inoltre il suo effetto antiaggregante offre un ulteriore protezione contro la trombosi, una delle principali cause di ictus. Di particolare interesse è la capacità dell'estratto secco di ginkgo biloba di normalizzare la circolazione nell'ippocampo e nel corpo striato, le due aree del cervello piu' soggette a trombosi. Piu' specificamente il ginkgo migliora la respirazione mitocondriale, diminuisce l'edema cerebrale, migliora la funzionalita' delle membrane cellulari, stabilizza le membrane lisosomiali in maniera che non rilascino gli enzimi digestivi che distruggono le cellule durante l'ipossia e inibisce l'azione di enzimi eventualmente rilasciati dai lisosomi. I ricercatori sono arrivati alla conclusione che l'uso combinato di ginkgo biloba con levodopa è consigliabile per il trattamento del morbo di Parkinson e puo' essere migliore dell'uso della sola levodopa.
E' dimostrato che il Ginkgo migliora le prestazioni mentali degli anziani e il senso dell'equilibrio, la memoria a breve termine, le vertigini, le cefalee, gli acufeni,
la mancanza di attenzione, e la depressione.
Essendo un antiaggregante piastrinico attenzione se si utilizzano farmaci anticoagulanti.

Benessere Totale,
Dr Fabrizio Marrone

mercoledì 8 aprile 2015

La Melatonina

La Melatonina è una molecola naturale prodotta dalla ghiandola pineale (epifisi), allocata nell'encefalo, a forma di pigna 5/9 millimetri di altezza. E' una molecola antichissima, la sua evoluzione risale a 3 miliardi di anni fa. E' presente in qualsiasi organismo animale o vegetale, nella stessa struttura molecolare e regola il ritmo circadiano (l'alternarsi del giorno e della notte inducono variazioni dei parametri vitali). La sua funzione principale è quella di regolare la presenza degli altri ormoni (cortisolo, Gh, testosterone, ecc.) rendendo possibile il fenomeno della riparazione tessutale del nostro corpo.
La Melatonina accompagna il nostro sonno nella fase REM, quello profondo, inibisce il cortisolo ormone dello stress e stimola la produzione dell'ormone Gh e del testosterone. Senza tale azione il nostro corpo perderebbe la sua funzione di riparazione, compresa quella cellulare e del Dna che subisce 10.000 insulti al giorno, da parte dei "radicali liberi ".
La Melatonina infatti è un potente antiossidante con azione scavenger (pulizia) nei confronti dei radicali liberi, piu' efficace della vitamina C, E, e del Beta-carotene. La sua azione protettiva è rivolta alle membrane cellulari, alle lipoproteine LDL contro l'ossidazione alle cellule dell'endotelio arterioso, ai neuroni celebrali contro l'ischemia.
La Melatonina è utilizzata per migliorare i sintomi della menopausa. Difatti in associazione con il progesterone, o soia, o trifoglio rosso, agnocasto, damiana, inibisce l'ovulazione.
La Melatonina è utilizzata per alleviare i disturbi dovuti al cambio di fuso orario (sindrome da jet lag) migliorando l'adattabilita' dei propri ritmi biologici all'ora locale.
Studi clinici hanno confermato che livelli buoni di Melatonina nel flusso sanguigno durante le ore notturne, diminuiscono le possibilita' d'infarto e di morte improvvisa. Tale effetto è dovuto alla sua azione vasodilatatrice (contrasta i radicali liberi che inibiscono l'ossido nitrico) ed antiaggrecante piastrinica.
La Melatonina rafforza anche il nostro sistema immunitario (inibendo il cortisolo). Difatti durante il picco delle 2-3 di notte, è stato riscontrato un aumento significativo delle cellule del sistema immunitario. Risulta efficace contro i microbi, i virus e le cellule neoplastiche.
Alcuni ricecatori dell'Ospedale Oncologico di Milano hanno dimostrato l'attività inibitoria della melatonina, sulla crescita delle cellule tumorali del cancro alla prostata. Somministrata durante la chemio e la radioterapia, ha ridotto gli effetti collaterali, di solito devastanti.
Per dovere di cronaca va detto che il professor Di Bella, per primo indago' sull'azione antitumorale della melatonina ed infatti la inseri' nel suo protocollo di cura.
Come per ogni ormone, il peggior nemico nella diminuzione della melatonina è l'eta'. La ghiandola pineale con il passare degli anni tende a calcificarsi, causando già a 45 anni, circa il 50% di minor produzione di melatonina. Un altro nemico giurato dell'ormone melatonina è il cortisolo. Solo quando il cortisolo cala nel sangue a livelli basali, la ghiandola pineale puo' secernere la melatonina. Lo stress, i pensieri ricorrenti prima di dormire, impediscono l'attivazione della melatonina a dormire sonni profondi.
Per aumentare la produzione endogena di melatonina abbiamo bisogno di un aminoacido fondamentale il Triptofano (aminoacido essenziale). Se non lo assumiamo costantemente e soprattutto durante la cena, non potremmo produrre tale ormone per la notte. Cio' significa che dobbiamo inserire nella nostra alimentazione alimenti quali carne, pesce, noci, uova, e formaggi magri, cosi' da procurarci questo fondamentale aminoacido precursore della melatonina.
Un'altra via molto efficace è quella dell'assunzione esogena sotto forma di integratore di Melatonina. Si consiglia in tal senso di assumerli prima di coricarsi almeno 2 mg di Melatonina al di'. (Meglio se coniugata con glicina, adenosina, o zinco o selenio. In modo da aumentare anche il potere antiossidante e energetico nella formazione di ATP per aumentare l'energia nel mantenimento dei neuroni a livello centrale visto la liposolubilita' di questa molecola nel passare la barriera emato-encefalica).


Benessere Totale
Dr Fabrizio Marrone

venerdì 20 marzo 2015

Proteggere il Fegato dall'accumulo di grassi e consumo di Alcol

Il primo passo per proteggere il fegato dall'infiltrazione dei grassi riguarda l'alimentazione e consiste nel diminuire il consumo di grassi saturi (i quali aumentano il rischio di infiltrazione grassa e l'accumulo di bile nel fegato e nella cistifellea) e nell'aumentare la quantita' di fibra alimentari, soprattutto di tipo idrosolubile (inulina e fos) che favoriscono la secrezione biliare. E' bene inoltre limitare il consumo di alcol, che in quantita' eccessive favorisce l'accumulo di grassi nel fegato. Il passo successivo consiste nell'assumere una quantita' sufficiente di fattori lipotropi , di cui il fegato ha bisogno per metabolizzare tossine, altri metaboliti e acidi grassi. I fattori lipotropi sono particolarmente indicati per le donne che prendono contraccettivi orali o in gravidanza e per chiunque sia a contatto con sostanze tossiche. Sostanze utilizzate come agenti lipotropi ricordiamo colina, metionina, betaina, acido folico, carnitina, vitamina b12 . Uno degli integratori migliori per proteggere il fegato dalle tossine, in particolare l'alcol, è la CARNITINA.
La carnitina è una sostanza analoga alle vitamine che il nostro corpo ricava dall'alimentazione pero' si trova quai esclusivamente nella carne oppure sintetizzata a partire da due aminoacidi, lisina e metionina, con l'aiuto di vitamina C, ferro, niacina, e vitamina b6.

Dal momento che normalmente facilita la trasformazione degli acidi grassi in energia, in caso di consumo di alcol, dieta molto grassa o esposizione a sostanze tossiche quindi sempre pensiamo ad pesticiti, diserbati,benzoato di sodio conservante, la carnitina deve quindi essere presente in abbondanza nel fegato per far fronte alla maggior quantita' di acidi grassi che vi si accumula. La somministrazione di carnitina aminoacido fisiologico e' una delle poche terapie in grado di far regredire significativamente le epatopatie dovute all'alcol. 

Posologia: 500 mg di carnitina una vota al di lontano dai pasti.


Benessere Totale

Dr. Fabrizio Marrone.